Il giorno della memoria

Dettagli della notizia
La XV Legislatura della Repubblica Italiana, a trent'anni dagli accadimenti, con legge 4 maggio 2007, n.56 ha istituito come "Giorno della Memoria" il 9 maggio, anniversario dell'uccisione di Aldo Moro, dedicandolo a tutte le vittime del terrorismo, interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice.
Al fine di celebrare la significativa ricorrenza, il Dipartimento del Cerimoniale di Stato della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha disposto che venerdì 9 maggio p.v., alle ore 12.00, nelle scuole e negli uffici pubblici si osservi un minuto di silenzio e di raccoglimento.Richiamando l'alto contenuto civile di tale avvenimento, il sindaco di Campi Salentina, Massimo Como, ha trasmesso una lettera ai dirigenti scolastici delle scuole di ogni ordine e grado della città e ai responsabili di settore dell'Ente, invitandoli a rispettare le disposizioni ministeriali. Inoltre, ha stabilito che una pagina del Sito Istituzionale del Comune sia dedicata a questa giornata, ricordando le vittime della strage di via Mario Fani, il rapimento e l'uccisione dell'Onorevole Aldo Moro, attraverso immagini e testimonianze scritte.
Il fatto
La mattina del 16 marzo 1978, giorno in cui il nuovo Governo, guidato da Giulio Andreotti, stava per presentarsi in Parlamento per ottenere la fiducia, l'auto che trasportava Moro dalla sua abitazione alla Camera dei Deputati fu intercettata in via Mario Fani, a Roma, da un commando delle Brigate Rosse. In pochi secondi, sparando con armi automatiche, i terroristi uccisero i due carabinieri a bordo dell'auto di Moro (Domenico Ricci e Oreste Leonardi) e i tre poliziotti sull'auto di scorta (Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi) e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana.
(Roma, via Mario Fani. Il luogo della strage così come appare alle forze dell'ordine da poco giunte sul posto)
(Gli uomini della scorta trucidati in via Fani: Il capo scorta, Oreste Leonardi; Raffaele Jozzino, Francesco Zizzi, Giulio Rivera e Domenico Ricci)
Dopo una prigionia di 55 giorni, durante la quale lo statista venne sottoposto a un processo politico e venne chiesto invano uno scambio di prigionieri con lo Stato italiano, il cadavere di Aldo Moro fu ritrovato il 9 maggio nel cofano di una Renault 4 a Roma, in via Caetani, strada situata nelle vicinanze tanto di Piazza del Gesù (dov'era la sede nazionale della Democrazia Cristiana), quanto di via delle Botteghe Oscure (sede nazionale del Partito Comunista Italiano).
Durante il periodo della sua detenzione, Moro scrisse 86 lettere ai principali esponenti della Democrazia Cristiana, alla famiglia e all'allora Papa Paolo VI. Alcune arrivarono a destinazione, altre non furono mai recapitate e vennero ritrovate in seguito nel covo di via Montenevoso. Attraverso le lettere, il politico cercò di aprire una trattativa con i colleghi di partito e con le massime cariche dello Stato.
L'ultima lettera ("A Eleonora Moro") fu indirizzata alla famiglia ed è quella che proponiamo qui di seguito.
Un testamento spirituale? Forse. Sicuramente, le ultime parole di un uomo lungimirante, attento, scrupoloso e, soprattutto, saggio.
A Eleonora Moro (recapitata il 5 maggio)Tutto sia calmo. Le sole reazioni polemiche contro la D.C. Luca no al funerale.
Mia dolcissima Noretta, dopo un momento di esilissimo ottimismo, dovuto forse ad un mio equivoco circa quel che mi si veniva dicendo, siamo ormai, credo, al momento conclusivo. Non mi pare il caso di discutere della cosa in sé e dell'incredibilità di una sanzione che cade sulla mia mitezza e la mia moderazione. Certo ho sbagliato, a fin di bene, nel definire l'indirizzo della mia vita. Ma ormai non si può cambiare. Resta solo di riconoscere
che tu avevi ragione. Si può solo dire che forse saremmo stati in altro modo puniti, noi e i nostri piccoli. Vorrei restasse ben chiara la piena responsabilità della D.C. con il suo assurdo ed incredibile comportamento.
Essa va detto con fermezza così come si deve rifiutare eventuale medaglia che si suole dare in questo caso. E' poi vero che moltissimi amici (ma non ne so i nomi) o ingannati dall'idea che il parlare mi danneggiasse o preoccupati delle loro personali posizioni, non si sono mossi come avrebbero dovuto. Cento sole firme raccolte avrebbero costretto a trattare.
E questo è tutto per il passato.
Per il futuro c'è in questo momento una tenerezza infinita per voi, il ricordo di tutti e di ciascuno, un amore grande grande carico di ricordi apparentemente insignificanti e in realtà preziosi. Uniti nel mio ricordo vivete insieme. Mi parrà di essere tra voi.
Per carità, vivete in una unica casa, anche Emma se è possibile e fate ricorso
ai buoni e cari amici, che ringrazierai tanto, per le vostre esigenze. Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli.
A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani. Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile. Sono le vie del Signore. Ricordami a tutti i parenti ed amici con immenso affetto ed a te e tutti un caldissimo abbraccio pegno di un amore eterno. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo. Amore mio, sentimi sempre con te e tienmi stretto.
Bacia e carezza Fida, Demi, Luca (tanto tanto Luca) Anna, Mario il piccolo non nato, Agnese, Giovanni. Sono tanto grato per quello che hanno fatto. Tutto è inutile, quando non si vuole aprire la porta.
Il Papa ha fatto pochino: forse ne avrà scrupolo.