Feste, fiere e celebrazioni

Gli eventi, a cadenza annuale, sul territorio campiota

Festa di Sant'oronzo

La festa di Sant'Oronzo a Campi Salentina si celebra ogni anno con eventi religiosi e civili, con un'attenzione particolare al culto del santo patrono. Le celebrazioni principali si svolgono tra fine agosto e inizio settembre, e includono processioni, messe, concerti, e spettacoli, oltre a momenti dedicati alla solidarietà con la "Festa della Carità" per la raccolta di viveri. 

Festa di San Pompilio

Nei giorni 14 e 15 luglio la città vive con intenso fervore religioso e con varie manifestazioni popolari la festa di San Pompilio. Nella vigilia si celebra la Messa solenne con la benedizione “del pane di san Pompilio” ed in serata si svolge la tradizionale processione per le vie del paese con la statua del santo, accompagnata dal Concerto Musicale Città di Trepuzzi diretto dal maestro Giovanni Cananà. La serata vedrà protagonista alle ore 22.00 Christian in concerto. Il giorno della festa, il 15 luglio, nel Santuario di San Pompilio si celebrano le sante messe che tradizionalmente richiamano numerosi campioti, devoti dei paesi vicini e non pochi pellegrini che giungono da Montecalvo Irpino, paese natale di San Pompilio. Il solenne pontificale offre al vescovo celebrante l’occasione di illustrare la figura ed il messaggio spirituale del Santo. In serata si esibirà la Banda Città di Squinzano diretta dal maestro Giovanni Pellegrini. Nei giorni 14 e 15 il santuario, la stanza del santo ed il museo pompiliano rimarranno aperti, per consentirne la visita ai fedeli, fino a tarda ora. Non mancheranno i tradizionali fuochi d’artificio a cura del Cavalier Elio Giuseppe Rizzo, mentre le luminarie saranno curate dalla ditta dei fratelli Antonucci. 

Festa Madonna della Mercede

Espressione del prestigio e dell'importanza economica che Campi ha sempre avuto nel corso del tempo, la fiera si tiene tutti gli anni ad ottobre e vanta una lunghissima tradizione che risale con ogni probabilità al XVII secolo. Alcuni documenti conservati presso l'Archivio di Stato di Lecce, infatti, ne fanno menzione. Campi per la sua posizione geografica, per la strategica posizione tra i due mari, per la lungimiranza e l'intelligenza dei suoi signori, dai Maremonti ai Paladini agli Enriquez, ai Filomarino, per la presenza dei Padri Scolopi e della loro scuola, è sempre stato un centro importantissimo, in grado di esercitare una certa influenza economica e culturale in tutto il circondario.

Nel 1797, poi, Ferdinando IV di Borbone re di Napoli appone il sigillo reale e la conferma pubblica con un diploma, che autorizza la fiera a tenersi tassativamente la terza domenica di ottobre. Il diploma reale definisce nel contempo un accordo tra l'Università di Campi, il Marchese locale ed il Comitato per le feste per fissare la gabella da corrispondere per il posteggio dei mercanti. Il documento consacra l'attività commerciale di Campi cresciuta anche grazie alla fiera, che nove anni prima, nel 1788, aveva indotto lo stesso sovrano ad emettere un decreto che riconosceva al comune la facoltà di stabilire la "voce dei mosti-vini e dei cereali", il prezzo medio, cioè, del vino e dei cereali valido La scelta della terza domenica di ottobre non fu casuale ma corrispondeva a delle precise esigenze: intanto segnava la fine dell'estate e quindi la conclusione dei raccolti, gli incassi provenienti dalla vendita dei prodotti della terra rappresentavano una forma di investimento e allo stesso tempo di approvvigionamento per l'inverno alle porte. Ancora oggi la fiera mantiene immutate alcune sue caratteristiche e continua ad attrarre operatori commerciali provenienti da tutta la Puglia. Lo spazio espositivo è grandissimo, si espande dal piazzale della chiesa della Madonna della Mercede, e si dirama per buona parte della città. In passato la fiera era essenzialmente la fiera del bestiame: asini, muli e cavalli utilizzati per il traino e per i lavori agricoli, e i cuccioli da allevare come pecore, capre, conigli, maialini, pulcini e colombi.

Quando il progresso sostituì le bestie da soma con i più moderni motori agricoli, anche la fiera cambiò fisionomia divenendo vetrina di motori agricoli ed apparecchiature meccaniche. Da qualche anno è ritornata la moda di acquistare in fiera animali come piccoli pony e cavalli, per cui è facile trovare anche gli stand di accessori quali selle, finimenti, cavezze e gli attrezzi per la pulizia dell'animale. Ma la fiera era anche la fiera dei cereali, in cui le famiglie facevano la provvista per l'inverno di ceci, fave, piselli, fagioli, alimenti basilari della dieta mediterranea. Accanto ai legumi venivano venduti i fichi secchi che, cotti al forno e conservati nei caratteristici "capasoni", rappresentavano un nutrimento fondamentale nell'alimentazione, e poi noci e castagne, che ogni padre di famiglia aveva l'obbligo di acquistare per "devozione". La fiera della Madonna è sempre stata e continua tuttora ad essere un grande emporio dove trovare, in realtà un po' di tutto, un tempo non mancavano lana, cotone, scarpe, biancheria, utensili per la casa, attrezzi agricoli, cesti e canestri intrecciati con virgulti di olivo o mandorlo e canne spaccate. Come è normale negli ultimi anni la fiera ha assunto forme più moderne per soddisfare le mutate richieste di un pubblico sempre esigente, senza mai tagliare del tutto il legame con le tradizioni antiche. Nel 1979 è stato istituito l'Ente Fiera con decreto della Giunta Regionale, organismo interno all'amministrazione comunale, ma autonomo da essa, che ha il compito di programmare, progettare, e realizzare idee ed attività interne alla Fiera: nelle varie edizioni si sono succeduti concorsi ippici, concorsi a premi per i migliori allevatori, mostre di prodotti artigianali e dei vini, personali e collettive di pittori locali . Un apposito Comitato dei festeggiamenti e religiosi si occupa dell'organizzazione della festa civile ed insieme al clero di quella religiosa che ruota intorno al canto della "Salve Regina".

Prima del 1797 i festeggiamenti religiosi si tenevano separatamente il 10 agosto, ed erano l'espressione della devozione popolare nei confronti della Madonna della Mercede protettrice dei cristiani schiavi dei turchi, il cui culto si era diffuso in tutto il Salento, segno del terrore che gli invasori saraceni scatenavano presso le popolazioni. Dopo l'emanazione del diploma reale la piccola festa religiosa fu inglobata nella grande fiera di ottobre. 

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